
Sono stati tanti i lottatori e i campioni che hanno conquistato la cintura di campione UFC: c’è chi l’ha difesa per tanto tempo e chi, seppur con un regno relativamente breve, è riuscito comunque a far breccia nel cuore degli appassionati di MMA. È il caso di Matt Serra, autentico rappresentante di quella tipologia di fighter che hanno fatto della passione per questo sport la loro arma migliore.
In occasione del suo compleanno ripercorriamo le tappe della carriera di uno degli atleti più amati dal pubblico.
Wrestling e Wing Chun: l’infanzia di Matt Serra
Matt Serra nasce il 2 giugno 1974 a East Meadow, New York, dove sotto l’influenza del padre inizia a praticare il Wing Chun, passando poi al wrestling, disciplina che poi praticherà con più frequenza alla East Meadow High School.
A pochi esami dalla laurea Matt si iscrive al programma USMC Delayed Entry, un servizio di leva militare che, però, non vede mai decollare: oltre a studiare, Serra lavorava anche in una pizzeria locale dove una sera ha avuto un’accesa discussione con un cliente. Discussione che, con il passare dei minuti, si è poi trasformata in un vero e proprio scontro, con Serra che ha addirittura morso l’orecchio al cliente: denunciato per lesioni personali, Matt è stato assolto ma, ormai, la sua carriera militare era finita.
Da lì in poi il giovane Matt impiegherà il suo tempo e le energie nella passione che accomunava lui e suo padre: le arti marziali.
Dal BJJ alla UFC
Leggendo la rivista Black Belt, il diciottenne Matt Serra scopre e si innamora del Brazilian Jiu-Jitsu, disciplina che lo accompagnerà per il resto della sua vita diventando, nel maggio del 2000, il primo americano a ottenere la cintura nera sotto Renzo Gracie.
Nel BJJ ottiene numerosi successi, come l’ADCC nel 1999, per poi passare alle MMA dove, dopo una serie di apparizioni al Pride e in varie altre promotion, nel maggio del 2001 fa il suo esordio – perdendo contro Shonie Carter – in UFC.
Nei primi incontri incontri nella miglior promotion al mondo si alterna in incontri sia nei pesi welter che nei leggeri: una scelta che porterà alti e bassi nella sua carriera, con quattro vittorie e altrettante sconfitte, tra cui quella contro BJ Penn nel settembre del 2002.

Matt Serra (a dx) nel match contro BJ Penn. Credits to: Sherdog.com.
Via: Google.
Di lì a poco, però, Matt Serra avrà la possibilità di combattere per il titolo dei welter contro colui che, a detta della maggior parte degli appassionati ed esperti delle MMA, è il GOAT: Georges St-Pierre.
Davide contro Golia: l’ascesa e il declino di Matt Serra
Da settembre a novembre 2006 Serra partecipa alla quarta edizione del reality show The Ultimate Fighter dove, in finale, sconfigge Chris Lytle per decisione non unanime e conquista la title shot contro GSP.
L’incontro tra i due si svolge in occasione di UFC 69 a Houston, in Texas. St-Pierre è strafavorito per la vittoria ma, come Davide contro Golia, Matt Serra tira fuori dal cilindro una prestazione di tanto cuore e aggressività: The Terror non lascia scampo al campione, assediandolo con colpi potenti e precisi. Una strategia che si rivelerà vincente visto che, a poco più di un minuto e mezzo dalla fine del primo round, GSP va giù e l’arbitro ferma l’incontro: Matt Serra ha scioccato il mondo diventando campione dei pesi welter.
Il regno di Serra dura un anno e dodici giorni fino a quando Georges St-Pierre non si prende la sua vendetta vincendo per TKO alla seconda ripresa in occasione di UFC 83. Successivamente Serra affronterà Matt Hughes un altro pezzo da 90 della categoria welter, per poi chiudere la sua carriera con una vittoria su Frank Trigg e una sconfitta con Chris Lytle.

GSP sconfigge Matt Serra
Cornerman, presentatore e Hall of Fame: la vita di Matt Serra dopo il ritiro
Ritiratosi dalle MMA con un record di 11 vittorie e 7 sconfitte, Matt Serra ha aperto due scuole di BJJ, oltre ad aver fondato con Ray Longo il team Serra-Longo dove si allenano atleti del calibro di Chris Weidman e Aljamain Sterling, l’ultimo atleta al quale è stato all’angolo durante UFC 259.
È stato anche il presentatore, insieme al presidente UFC Dana White, del programma Lookin’ For a Fight e, dal 2016, conduce con il comico Jim Norton il podcast UFC Unfiltered.
Il 5 luglio 2018 viene inserito nella Hall of Fame per essere stato uno dei pionieri delle MMA e, soprattutto della UFC: un riconoscimento per un uomo e un atleta che è riuscito a farcela grazie al duro lavoro, ai sacrifici e all’amore incondizionato per questo sport. Un vero Working Class Hero.
Il primo match di MMA che ho visto è stato Jones vs. Gustafsson 1: da quel momento ho capito che era amore. Il mio fighter preferito? Un mix tra la sfrontatezza di Nate Diaz, il coraggio de 'El Cucuy', l'eleganza TJ Dillashaw e la tecnica di Jon Jones.


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