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Matt Hughes, l’umile ragazzo che ha scalato l’Olimpo delle MMA

Nel giorno del suo compleanno ripercorriamo le tappe di uno dei più grandi fighter di tutti i tempi

Matt Hughes

I campioni che rimangono nel cuore e nella mente delle persone ci riescono per tanti motivi: per le loro gesta, per il loro ‘personaggio’ e per i loro modi di fare. Chi ha conquistato tutti i fan delle MMA e della UFC per la sua umiltà, dedizione e passione per le arti marziali miste è stato Matt Hughes, un semplice ragazzo del Midwest che è diventato uno dei più grandi di tutti i tempi.

Nel giorno del suo compleanno ripercorriamo le tappe della sua incredibile carriera.

Dal calcio al wrestling: i primi passi di Matt Hughes

Matt Hughes nasce il 13 ottobre 1973 a Hillsboro, Illinois, dove cresce con sua sorella e suo fratello gemello Mark. Sin da piccolo Matt prova tutti gli sport possibili fino a che, arrivato al liceo, si dedica al calcio e al wrestling, con quest’ultima che diventerà la sua disciplina preferita.

All’Hillsboro High School vincerà due campionati nazionali (nel 1991 e 1992), mentre negli ultimi tre anni di liceo Matt registrerà il record incredibile di 131 vittorie e due sole sconfitte. Passato al college, Hughes è stato due volte NCAA Division I All-American, piazzamenti che lo spingeranno a passare alle MMA.

UFC, ADCC e la gloria: come Matt Hughes è diventato leggenda

Dopo qualche incontro in diverse promotion (8 vittorie e una sconfitta), Matt Hughes fa il suo esordio in UFC dove affronta il bulgaro Valeri Ignatov: lo statunitense dimostra subito di saperci fare sia nel wrestling che nello striking, aggiudicandosi così la vittoria per decisione unanime.

Dopo qualche incontro in organizzazioni minori, Matt si cimenta anche nell’ADCC, il torneo più importante del mondo del BJJ: qui batte il discepolo della famiglia Gracie Renato Almeida, Jeremy Horn e perdendo contro Jeff Monson e la finale per il terzo posto contro Tito Ortiz. Anni dopo, Matt Hughes combatterà anche contro Renato Verissimo, che batterà ai punti.

Matt Hughes si cimenta in vari match di diverse promotion ma, dopo la vittoria contro Steve Gomm nell’Extreme Challenge 43, viene chiamato per sfidare Carlos Newton per la cintura di campione dei pesi welter: Matt vince per KO alla seconda ripresa, laureandosi così campione. Difenderà con successo per ben cinque volte, prima di perderla contro BJ Penn, con il quale inizierà una delle trilogie più avvincenti della storia UFC e che, dopo la vittoria del titolo, omaggerà Hughes così:

“Sei e sarai sempre il mio idolo matt: è un onore combattere contro di te” 

L’occasione di riconquistare il titolo si presenta nell’ottobre 2004 quando, dopo che Penn aveva lasciato vacante la cintura dei welter, affrontò Georges St-Pierre: si sfidavano per la prima volta due dei, se non i migliori artisti marziali di quell’epoca, fatti interamente di Fight IQ, tecnica ed eleganza. Fu un match incredibilmente bello, vivo ed entusiasmante, deciso solo da una grande mossa degna di un grande atleta: dopo averlo portato a terra, Matt Hughes riesce a tirare un’armbar alla fine della prima ripresa che gli vale la cintura.

Difenderà il titolo tre volte, battendo sia Royce Gracie – motivo per cui gli diedero lo stesso soprannome di Sakuraba – che BJ Penn, ma perse il rematch con GSP che s’impose per TKO alla seconda ripresa. Matt Hughes combatterà ancora con St-Pierre nel 2007, perdendo per sottomissione il terzo capitolo della loro storia.

Dopo la sconfitta con Thiago Alves, Hughes metterà a segno un trittico di vittorie importanti, sconfiggendo nell’ordine Matt SerraRenzo GracieRiccardo Almeida, quest’ultimo lo finalizza con un’anaconda choke che gli vale il premio Submission of the Night. Dopo queste tre importanti vittorie, perderà il terzo capitolo contro BJ Penn, prima di ritirarsi dopo il suo ultimo match (perso) nel 2011.

Critiche, Hall of Fame e l’incidente (quasi mortale)

Matt Hughes, oltre ad essere stato uno dei più grandi campioni, è stato molte volte al centro di numerose polemiche: una volta gli animalisti l’hanno criticato per la sua passione per la caccia, ma ben più gravi sono state le accuse mosse dalla moglie e dal fratello: entrambi hanno chiesto un ordine restrittivo per aver subito delle aggressioni da parte di Matt. Casi che, alla fine, sono rientrati pacificamente.

Nel 2015 viene inserito nella Hall of Fame della UFC tra la categoria ‘Pionieri’, dove dichiarerà:

Non ho mai pensato a questo ad essere sinceri, sono solo un ragazzo  che sta vivendo una specie di sogno. Ma sono onorato e ringrazio UFC. Stringere le mani, firmare autografi, vincere titoli ed essere introdotto nella Hall of Fame… va oltre tutto quello che avrei mai immaginato nella mia vita” 

Nel 2017, poi, il terribile incidente che gli ha quasi tolto la vita: un treno è andato addosso al suo camion, procurandogli gravi danni alla colonna vertebrale e un’emorragia cerebrale. Dopo anni dove ha dovuto reimparare a camminare, Matt ora sta bene e si gode la vita.

Un uomo e fighter umile che, nonostante le mille difficoltà, ha sempre vinto e continuerà a farlo nella memoria degli appassionati di MMA.

 

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Il primo match di MMA che ho visto è stato Jones vs. Gustafsson 1: da quel momento ho capito che era amore. Il mio fighter preferito? Un mix tra la sfrontatezza di Nate Diaz, il coraggio de 'El Cucuy', l'eleganza TJ Dillashaw e la tecnica di Jon Jones.

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