
Il Brasile è da sempre la terra dei campioni: tra le favelas, le infinite spiagge di Rio e tra i vicoli della grandi metropoli brasiliano sono nate leggende come Pelé a Ronaldo, passando a Neymar nel calcio fino ad arrivare a Ítalo Ferreira, medaglia d’oro nel surf a Tokyo 2020. Il Paese Carioca, per noi amanti delle MMA e di altre discipline lottatorie, è la patria di grandi fighter: dalla famiglia Gracie – LE divinità del BJJ – fino ai più attuali Charles Oliveira e Jose Aldo.
Tutti forti e tutti bravi i brasiliani nelle MMA, ma nessuno è più iconico di lui: Anderson Silva, uno dei (per alcuni IL) GOAT delle MMA. Poliedricp, leggiadro e stravagante, Spider ha cambiato la storia delle arti marziali miste grazie alle sue vittorie e al suo stile inconfondibile: nel giorno del suo compleanno ripercorriamo le tappe della sua carriera.

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Via: Google.
Taekwondo, capoeira e muay thai: gli inizi di Anderson Silva
Anderson Silva nasce il 14 aprile 1975 a San Paolo, Brasile, da una famiglia molto povera: per questo motivo, passa la maggior parte della sua infanzia a Curitiba dove viene cresciuto da sua zia e suo zio, ufficiale di polizia della città. Sin da piccolo Silva mostra un particolare interesse per le arti marziali, affacciandosi a questo mondo praticando BJJ con altri bambini del quartiere.
Anderson inizia a praticare anche sport come il taekwondo, la capoeira, la muay thai e la boxe, dove ha all’attivo uno score di 3 vittorie e una sola sconfitta. Tutte discipline di passaggio, visto che nel 1997 inizia la sua carriera che legherà il suo nome alla storia delle MMA.
Dal PRIDE alla UFC: Anderson Silva fa la storia delle MMA
Dopo qualche incontro nei welter in alcune promotion brasiliane, nel 2002 Anderson Silva sbarca al PRIDE dove vince al suo esordio contro Alex Stiebling per stop medico: con un head kick apre una ferita sul volto del suo avversario, iniziando a far vedere al pubblico americano il suo stile di combattimento fuori dagli schemi, fatto di finte, movimenti leggiadri e colpi potenti e imprevedibili.
Dopo una serie di vittorie al PRIDE e al Cage Rage, Spider ha acquisito molta notorietà tra il pubblico e gli appassionati di tutto MMA, tanto che nel 2006 sbarca in UFC dove al suo esordio si sbarazza di Chris Leben con una ginocchiata a 49 secondi dall’inizio della prima ripresa. C’è tanto hype intorno ad Anderson Silva, tanto che il presidente Dana White gli dà la possibilità di affrontare il campione dei pesi medi Rich Franklin.
I due si incontrano in occasione di UFC 64, un evento che segnerà l’inizio della leggenda di Anderson Silva: il brasiliano vince il titolo con una ginocchiata scoccata a tre minuti dall’inizio del match, mandando in visibilio il Mandala Bay Center di Las Vegas: da qui in poi Spider difenderà il titolo ben 12 volte, vincendone 11 e stabilendo il record di vittorie nei match titolati della divisione.
Epiche le sue battaglie contro alcuni dei fighter più forti del panorama UFC: dalla vittoria su Dan Henderson – dove unifica il titolo con PRIDE – alla faida con Chael Sonnen, dove per due volte ha infranto i sogni di gloria dell’American Gangster. Se dovessi scegliere il suo match più significativo, non possiamo non prendere l’incontro con Vitor Belfort: un match carico di tensione vista la rivalità che scorreva tra i due, un incontro che Spider risolve come un tiratore di scherma, che dà la scoccata vincente nel momento giusto.
La carriera di Anderson Silva prende una brutta piega il 6 luglio 2013, quando perde il titolo contro il promettente Chris Weidman: la rivincita c’è nel dicembre dello stesso anno, ma Spider subisce la rottura di tibia e perone, un infortunio dal quale non si riprenderà mai completamente, soprattutto a livello psicologico.
Torna a combattere il 31 gennaio 2015 contro Nick Diaz, ma la sconfitta che aveva ottenuto gli fu tolta per essere risultato positivo alla marijuana: verrà fermato per circa un anno e, al suo ritorno, farà una serie di cinque sconfitte – tra cui con Israel Adesanya e Bisping – e una sola vittoria.
Ritiro e ritorno alla boxe
L’ultima apparizione di Anderson Silva in UFC è finita con una sconfitta contro Uriah Hall: da lì la decisione di ritirarsi dalle MMA e di tornare alle origini, ritornare nel ring della boxe: è l’11 settembre 2021 quando il brasiliano manda KO l’ex campione dei pesi mediomassimi UFC Tito Ortiz.
Dana White, molti addetti ai lavori e molti appassionati di arti marziali miste lo considerano uno tra i fighter più forti di sempre: una realtà assoluta, un dato di fatto che non potrà mai essere cambiato. Nessuno potrà arrivare ai suoi livelli: forse a livello di vittorie sì, ma mai a livello iconico. Anderson Silva è come Muhammad Alì per la boxe, è come Pelé nel calcio: una leggenda, la storia delle MMA, un Dio verso il quale gli uomini potranno tendere, ma mai raggiungerlo.
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Il primo match di MMA che ho visto è stato Jones vs. Gustafsson 1: da quel momento ho capito che era amore. Il mio fighter preferito? Un mix tra la sfrontatezza di Nate Diaz, il coraggio de 'El Cucuy', l'eleganza TJ Dillashaw e la tecnica di Jon Jones.


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